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IL PRIMO GRANDE ERRORE CHE UN RAGAZZO FA QUANDO VA A SCUOLA E’ CREDERE CHE LA SCUOLA SIA TUTTO

Aggiornamento: 21 apr 2020

Chiariamoci: a scuola sono sempre andato bene, non sono qui a citare fantasmagoriche frasi di Einstein per legittimare chi non studia, ma la scuola non è tutto, purtroppo.

Era il 2017, avevo 17 anni, ero su un palco per la prima volta, davanti ad una platea di gente importante (influenti recruiters del mondo IT, l’allora ministro dell’istruzione Stefania Giannini e soprattutto i miei genitori) e spiegavo come da una Raspberry PI avessi creato un primitivo ma efficace sistema di comunicazione tra oggetti riciclati, ciò che oggi amano chiamare Internet of Things, ma quello che sono oggi ha avuto inizio ben prima, quando, a circa 10 anni, ho scoperto la tecnologia e, di conseguenza, la mia passione.


Il concorso in questione si chiamava TedxYouth@Bologna (ora TedxYouth@Roma), e si rivolgeva proprio ai giovani studenti italiani con una passione, un’idea, da condividere. Mi sentivo chiamato in causa, ho partecipato, più a tempo perso che altro, con un video girato con un cellulare e montato con Windows Movie Maker, ma l’idea è piaciuta, ed è grazie a questo che ora potete leggere questo post.


Ma torniamo a noi: la scuola non è tutto. Non me ne vogliano i miei insegnanti delle superiori, ma per quanto mi riguarda è così. La scuola rappresenta una comfort-zone adolescenziale, piena di traumi ed ansie, certo, ma sicura. Si hanno i propri compiti, i propri voti, e giorno dopo giorno ad ogni studente viene detto cosa studiare, cosa approfondire, e come farlo. Se da un lato tutto ciò rappresenta il fondamento imprescindibile della cultura, dall’altro in realtà difficilmente stimola un ragazzo ad uscire da questa comfort-zone, a mettersi in gioco realmente, ad approfondire le proprie passioni.


Ho deciso di venir fuori da questa zona sicura della mia vita a 14 anni circa, dopo aver capito che quella passione citata qualche paragrafo più in alto poteva essere qualcosa di più. Era l’epoca dei blog, gli smartphone conoscevano una diffusione senza precedenti, ed io volevo dannatamente una PS4, in uscita quell’anno. Ho deciso di agire.

Ho scritto a numerosi blog di tecnologia presentandomi (la scrittura mi è sempre piaciuta), chiedendo di poter scrivere qualche articolo presso di loro e per farla breve sono diventato blogger per Androidiani, all’epoca (ma credo ancora oggi) la più grande community italiana del mondo Android.


Sono stati degli anni stupendi: guadagnavo parecchio, potevo togliermi tutti gli sfizi tecnologici che mi assillavano (PS4, smartphone, componenti elettronici), mi arrivavano persino degli smartphone da recensire, ed in più ogni giorno continuavo ad apprendere.


Da lì ho seguito questa passione, ho partecipato come speaker a numerosi eventi in tutta italia presentando i miei progetti, conosciuto gente fantastica, vinto hackathon, cambiato più volte lavoro, tutto questo sempre dando alla scuola tutta l’attenzione che si merita, ma mai perdendo di vista l’obiettivo.


Se dovessi dare un consiglio ad un ragazzo di oggi, sarebbe quello di guardare all’apprendimento non come una cosa finalizzata nel riempire un curriculum ma come una sfida contro sé stessi.


E’ falso quello che talvolta si dice, ovvero che se una cosa ti piace davvero non senti il peso del dover imparare, perché sono più i giorni che sbattevo la testa cercando di capire cosa non andasse nei codici che scrivevo e nei circuiti che creavo, che quelli in cui le cose andavano per il verso giusto, ma fidatevi, ne vale la pena.


Inoltre, non abbiate paura di mettervi in gioco, di partecipare ad eventi, uscite dalla vostra comfort zone, cosa mai ci sarà da perdere? Non vincete un concorso? C’è sempre il successivo! Evitare la paura di sbagliare, è fondamentale. Lanciarsi, anche sapendo che il  lavoro fatto non è il migliore, ma è il nostro meglio, è il consiglio più importante che possa darvi.


Molte volte avrei potuto perdere occasioni per via della mia poca esperienza rispetto agli altri, ma ho resistito e sono andato avanti comunque, anche con il rischio di sbagliare, anche con il rischio di deludere me stesso.

Quelle sono state le esperienze più belle della mia vita.


Giorgio Mannarini

del team Capitale Umano Italiano


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