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I MODELLI DEL PASSATO COME ETERNA FONTE DI ISPIRAZIONE PER IL FUTURO (di Alberto Idà)

Aggiornamento: 21 apr 2020

Vorrei concepire questo mio primo intervento come una premessa generale rivolta anche ai “non addetti ai lavori”, affinché tutti possano riflettere sull’influenza che l’arte in ogni epoca ha avuto sulla vita degli uomini e sull’importanza dei valori che essa veicola.


L’arte è una necessità interiore, una categoria eterna di espressione dei più profondi e raffinati sentimenti: essa racchiude in sé le sofferenze, i desideri, le gioie, gli ideali non solo dell’artista, ma di una intera cultura vissuta in un determinato periodo storico. Ciò che siamo oggi lo dobbiamo al lavoro dei nostri avi, dunque il presente è il riflesso di un passato che non è morto, che vibra ancora nelle menti di tutti coloro che da esso traggono ispirazione per la creazione di un solido futuro.


Ci troviamo in un periodo di transizione in cui è sempre più difficile per le vecchie generazioni abituarsi ai nuovi modelli imposti dalla tecnologia, mentre le nuove generazioni gradualmente si distaccano dai vecchi modelli, ormai considerati obsoleti, per affacciarsi al nuovo mondo, una realtà vissuta e filtrata sempre più attraverso la lente di uno smartphone.


Il problema è che va diffondendosi tra i giovani l’idea che oggi sia sempre meglio di ieri e, di conseguenza, si sviluppa il bisogno di allontanarsi e, addirittura, ripudiare tutto ciò che è “vecchio”, ovvero ciò che non rispecchia più le esigenze (spesso nevrotiche) dell’uomo moderno. Attraverso il discernimento, invece, comprendiamo che l’arte non è come i computer e i cellulari: non diventa obsoleta né passa di moda, ma resiste agli assalti del tempo perché è portatrice di valori universali, valori che l’artista sente la necessità di custodire e riaffermare sempre per lo sviluppo delle coscienze. Gli antichi modelli di armonia e perfezione (da musicista mi vengono in mente le immortali opere di Bach e Beethoven, tra i miei compositori preferiti), in particolare, sono quanto di più caro abbiamo in relazione ai contenuti morali e spirituali cui possiamo attingere. In conclusione, non dobbiamo permettere assolutamente che venga reciso il filo di Arianna che ripercorre i meandri di questo meraviglioso passato, lo stesso passato da cui proveniamo e a cui, forse, faremo sempre riferimento in futuro.


Alberto Idà (pianista)

del team Capitale Umano Italiano


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