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COME SARA’LA FARMACIA DEL FUTURO? Rispondono Nicola Marino e Valentino Megale

Aggiornamento: 21 apr 2020

COME SARA’ LA FARMACIA DEL FUTURO?

NICOLA MARINO, esperto di algoritmi di intelligenza artificiale ed analisi dati in medicina:


“Il trend del “phygital”, ovvero la dimensione che mescola virtuale e fisico, può essere considerata in crescita ed in controtendenza all’idea di qualche anno fa secondo il quale il digitale avrebbe letteralmente superato ogni dimensione tangibile. Mi piacerebbe soffermarmi però sul futuro del lavoro nel settore puramente sanitario. Qui il “fisico” è e continuerà ad essere parte sostanziale a scarsa automazione, eccezioni a parte. Il motivo che sta alla base è il valore che la tipologia di lavoro fornisce rispondendo ai bisogni del paziente/cliente. Un operatore sanitario, infatti, nella maggior parte dei casi, fa del rapporto umano il suo mezzo più potente per rispondere alle necessità altrui. Il rapporto umano, inteso come empatia e compassione, sono oggi tra le abilità più evolute in forza all’essere umano. E qui si arriva alla necessità, all’obbligo quasi, che un professionista ha nel considerare le capacità di interazione come fondamentali nello sviluppo della propria professionalità. In futuro, le macchine saranno sempre più capaci di compensare le mancanze in merito a conoscenze e forza muscolare, ma non saranno in grado di sostituire il “saper fare” ed il “saper essere”.”

VALENTINO MEGALE, imprenditore in salute digitale e PhD:


“Quando parliamo di digitale ci riferiamo a un mezzo per facilitare servizi e attività, non ad un valore in sé. Nel caso della farmacia esistono dinamiche che ne caratterizzano il contesto (semplificando al massimo la farmacia è il canale attraverso cui vengono distribuiti i farmaci, il primo riferimento dei pazienti in caso di problemi, il setting di prima informazione sulle cure, soprattutto quelle più routinarie) e che grazie al digitale possono essere efficientate, arricchite di valore per i pazienti e per la società. Il farmacista del futuro deve imparare a conoscere, introdurre e comunicare il digitale entro la propria operatività mettendo il paziente al centro di tutto: non come semplice consumatore, ma come obiettivo stesso del funzionamento della farmacia. Inoltre, digitale non significa solo marketing e acquisto. Il farmacista del futuro dovrebbe abituarsi all’idea che a breve il digitale sarà una vera e propria cura: da software per la gestione delle abitudini del paziente fino a contenuti per il trattamento di condizioni mentali o per il supporto di percorsi di riabilitazione. Un giorno il farmacista non solo venderà via store online (delocalizzando parte del suo rapporto con i pazienti) ma venderà cure digitali. Queste ultime sono completamente sconosciute nei tradizionali percorsi universitari seguiti dai nei farmacisti. Il gap di conoscenza va colmato sensibilizzando al digitale a 360°, altrimenti il primo a rimetterci sarà il paziente che non troverà corrette fonti di informazione.”


Nicola Marino e Valentino Megale

del team Capitale Umano Italiano


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